Anamnesi accurata – Per comprendere la storia clinica del paziente.

Esame obiettivo mirato – Per formulare una diagnosi corretta e valutare se la manipolazione sia indicata.

Scelta della tecnica – In base alla diagnosi, vengono stabilite la zona da trattare e le manovre più adeguate.

Posizionamento del paziente – Variabile a seconda della zona interessata (cervicale, dorsale o lombare) e della tecnica scelta.

Messa in tensione articolare – Si porta l’area da trattare in una condizione di tensione, senza provocare dolore (secondo il principio del “non dolore” di Maigne).

Impulso manipolativo – Un movimento breve e rapido che spesso genera il caratteristico “scroscio articolare”.

Stretching preparatorio: Favorisce il rilassamento e il riscaldamento muscolare, consentendo una manipolazione più naturale. Molti pazienti riferiscono un immediato senso di leggerezza e un incremento della mobilità articolare.

Riflessoterapia ad azione decontratturante: Utilizzata per sciogliere le tensioni muscolari prima della manipolazione.

Manipolazione del tratto lombare superiore

Manipolazione del tratto dorsale

Sblocco del tratto cervico-dorsale

Ricerca e trattamento dei D.I.M. (Disturbi Intervertebrali Minori) nel tratto cervicale: questi minuscoli rigonfiamenti, localizzati accanto ai processi spinosi vertebrali, possono innescare dolore puntorio se compressi e sono spesso causati da lievi spostamenti delle articolazioni intervertebrali posteriori.